Logica-nella-follia. Eddy Pellegrino

C’è una logica nella follia?

Con l’inizio del percorso di meditazione mindfulness e lavoro su di sé su Yoga da casa proviamo a dare una risposta a questa domanda, c’è una logica nella follia?

Possiamo trovare una logica nella follia?

Cos’è la “follia”? Chi è un “folle”?

Nella letteratura ufficiale si dice “folle” chi è insano di mente.
Tuttavia questa prospettiva è ad uso esclusivo della massa intesa come gran numero di persone spinte ad assumere comportamenti simili, sia a livello fisico ma anche a livello mentale ed emozionale.

La massa si muove per inerzia, giudica un comportamento folle o meno in base alla propria percezione di normalità.
Non a caso in ambito morale, sociale, tecnico e giuridico la “norma” viene considerata come una regola di comportamento, una regola generale che prescrive la condotta da tenere in determinati casi.
Tutto quello che non è “norma” (intesa anche come abbreviazione della parola “normale”) viene sanzionato a livello morale dalla massa.
Ecco che un’idea “fuori dal comune”, inconsueta, singolare, strana diventa eccezionale.

L’eccezione in questo caso a vari modi di essere interpretata, dipende sempre dalla prospettiva da cui viene osservata.

Il punto d’osservazione della massa è fissato sia dalle regole scritte della società che da regole non scritte della “tradizione” in cui la massa è cresciuta e si è formata, questo è un aspetto da non sottovalutare se si vuol trovare un ragionamento che possa giustificare un tipo di “follia” oggi indispensabile.

Quando un individuo sceglie di osservare le cose da una prospettiva diversa dalla massa ecco che arriva l’eccezione, l’eccezionalità che giustifica in questo caso l’etichetta di “folle” che viene appiccicata all’individuo che trova il modo di uscire fuori dalla “norma”, dalla normalità.

Albert Einstein diceva che non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato.

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Per questo che se si desiderano risultati mai ottenuti finora vuol dire che bisogna cominciare a fare cose mai fatte prima.

Chi è schiavo della norma, che sia un individuo, che sia un gruppo o un’organizzazione, quando questi si ritrovano a dover risolvere un problema all’apparenza insuperabile adottano in genere lo stesso comportamento, cioè continuano a fare le stesse cose in misura maggiore o minore.

Cioè continuano a picchiare la testa contro il solito muro. Ma in maniera maggiore o minore.

L’immagine è imbarazzante.

La stragrande maggioranza delle persone è manipolabile.

Per questo che quando si tratta di trovare soluzioni a problemi complicati la maggioranza è sempre in errore.

Lo sapeva molto bene il ministro della propaganda della dittatura nazista, Goebbels.

(consiglio libro di Gianluca Magi – 11 tattiche di manipolazione oscura)

Egli individuò delle tattiche manipolatorie oscure che portavano risultati con una percentuale esorbitante di persone che venivano condizionate.

Con questi studi si è arrivati a comprendere, anche a livello scientifico, che la massa risponde ad un certo tipo di manipolazione mentale.

La percentuale restante viene considerata la parte incorruttibile, la parte che riesce ad uscire dalla visione del senso comune e a sviluppare una visione più ampia e da più prospettive.

Marco Aurelio disse che lo scopo della vita non è essere dalla parte della maggioranza, ma evitare di trovarsi nelle file dei pazzi.

Ecco come un imperatore, filosofo e scrittore romano ci viene in aiuto nel trovare una logica nella follia, per lui i pazzi sono quelli che fanno parte della maggioranza.

Se prendiamo ad esempio una scatola nella quale esiste tutto il conosciuto visibile agli occhi del nostro apparato, il 97% delle persone vive in una piccola scatolina all’interno della scatola, restringendo i propri confini, restringendo le azioni sia fisiche che mentali, che un essere è in grado di sviluppare.

È un meccanismo messo in atto per disabilitare i reali poteri di un essere umano.

Come mai la maggioranza cade in errore quando deve trovare soluzioni a problemi insormontabili?

Perché la massa si aggrappa al “pilota automatico”, cioè innesca un dispositivo che può guidare un veicolo senza assistenza da parte di un essere umano.
Da intendersi veicolo come involucro del proprio essere.

Quando disinseriamo il pilota automatico prendiamo il comando del nostro veicolo, del nostro apparato psico-fisico-emozionale.
Qui accade qualcosa di straordinario, di eccezionale.
Si esce dalla condizione di “norma” in confronto alla massa e si entra nella condizione di “folle” a visione della massa.

Questa azione di disinserimento del pilota automatico ci rende liberi di poter vedere le cose da molte altre prospettive contribuendo così all’efficacia nel trovare una soluzione alternativa al problema insormontabile.
La scienza chiama “miopia mentale” o “visione a tunnel” il pilota automatico.
Un meccanismo che l’apparato psico-fisico-emozionale innesca per salvaguardare le energie che tengono in vita l’organismo.

Difatti, pensare intenzionalmente richiede molta energia, consuma carburante energetico.

Ed è così che ci ritroviamo a poter osservare come lo scopo del pensiero nella modalità del pilota automatico è proprio non pensare.
Anche se abbiamo percezione che un fiume di pensieri ci attraversa la mente dalla mattina alla sera, in realtà i pensieri che vengono prodotti sono gli stessi dei giorni precedenti per la quasi totalità, solo pochi pensieri al giorno sono nuovi.

Con questo esempio possiamo ben comprendere come sia di fondamentale importanza cercare uno stile di vita che ci permetta di acquisire energia e non disperderla inutilmente, dato che la conseguenza sarà l’attivazione del pilota automatico.

Consapevolezza.

Disinserire il pilota automatico si può riassumere in una sola parola, consapevolezza.

La consapevolezza è una parola usata per lo più in situazioni in cui la stessa manca del tutto, proprio perché non sappiamo realmente cosa voglia dire.

Consapevolezza è vivere nel presente.

La Meditazione Mindfulness è una pratica per acquisire e mantenere un certo stato di consapevolezza.

Sia la meditazione formale, cioè stare seduti e portare ad esempio la propria attenzione sul respiro, sia la meditazione informale, cioè portare la presenza nella vita quotidiana mentre facciamo le cose di tutti i giorni sono pratiche che spingono l’apparato ad uscire fuori dal pilota automatico.

L’obbiettivo di questo lavoro su di sé è far sedimentare al proprio interno la consapevolezza in modo che posso emergere spontaneamente nella vita di tutti i giorni.

Con questi presupposti ci apprestiamo a cominciare un viaggio dove lo stesso è la risposta alla domanda iniziale, c’è una logica nella follia?

Eddy Pellegrino

Dove si svolgono le dirette di Yoga da casa

Le dirette avranno luogo sul social Facebook.
Ogni settimana verrà creato un evento privato in cui i partecipanti verranno invitati tramite notifica direttamente sul social e tramite mail.

Quando hanno luogo le dirette?

Il lunedì dalle 18.30 alle 19.30 ci sarà la diretta della lezione settimanale di Hatha Yoga insieme a Laura.
Il mercoledì sera dalle 21 alle 22 la meditazione Mindfulness insieme a Eddy Pellegrino.
Entrambe le lezioni rimarranno visibili e si potrà scegliere a proprio piacimento e secondo il tempo che si ha a disposizione quando vederle.

Come partecipare?

C’è la possibilità di avere una settimana di prova gratuita.
Basta andare sulla pagina del sito yogadacasa.it ed entrare in “Calendario e corsi”.
Verrà mandata una mail con tutte le istruzioni per la partecipazione, che è molto semplice.

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